“Parlare di identità vuol dire parlare anche della costruzione di noi come esseri umani singoli e in rapporto con la società. Questa è un po’ l’idea di Identità Sospese. È una parte della storia troncata, per cui adesso vengono rimessi insieme i pezzi come se fosse un puzzle.” Si apre con queste riflessioni il documentario Identità Sospese, titolo dell’omonima mostra di Victor Fotso Nyie, parte della collettiva-personale SEDIMENTS. After Memory, a cura di Johanne Affricot e Eric Otieno Sumba per SPAZIO GRIOT, che si è tenuta dal 30 giugno al 4 settembre 2022 al Mattatoio di Roma
Artista camerunese residente in Italia, attraverso i suoi lavori Victor Fotso Nyie ci conduce in un racconto stratificato che corre lungo la linea temporale passato-presente, interrompendola.
I soggetti scultorei realizzati dall’artista sono pensati e vissuti nel suo io più profondo, spesso realizzati a sua immagine e somiglianza. Escono fuori dalla gerarchia narrativa ed espositiva del museo etnografico occidentale, prospettando un ritorno al sé più intimo e famigliare, dallo stile iperrealista e surrealista al tempo stesso, con una metodologia artistica che scompone un’alterità fabbricata e dispiega vari processi: rielaborazione, riappropriazione, restituzione.
La materia, come traspare dalle parole di Fotsto Nyie, viene così modellata con vari significati e simbologie, rivelando sia l’importante tradizione scultorea del Camerun sia il suo valore estetico, combinati alle tecniche ceramiche italiane rintracciabili nelle aree di Faenza e Ravenna.
Le forme figurative che l’artista elabora, una volta ironiche, un’altra poetiche e riflessive, spesso alienate, sono dei gemelli che recuperano dal museo delle statuette appartenenti alla loro collettività; una bambina che dorme per terra, sulla terra, mentre stringe a sé un oggetto, forse una bambola; ma anche dei mattoni, che rafforzano metaforicamente il senso di ricostruzione.
Partendo dalla sua storia personale, informata da geografie multiple, Fotso Nyie evoca le possibilità che possono essere attuate per riconoscersi e riappropriarsi di uno spazio-tempo ancora sospeso, elevando il valore del tema della restituzione al desiderio di recuperare collettivamente connessioni e riferimenti epistemologici recisi dall’imperialismo europeo.